giovedì 3 novembre 2011

Viva Zamparini...!

Andate a lavorare dieci ore al giorno anche come scaricatori di porto. Con un piccolo capitale in tasca e con le idee chiare, poi rischiate. La scrivania della Regione o del Comune, l’assistenzialismo, il posto fisso, e il precariato sono stati un grande errore della classe politica siciliana”.
Maurizio Zamparini, Pre­sidente del Palermo in serie A. L’uomo che, dopo gli anni di dura gavetta, è diventato un imprenditore affermato. Nella sua prima intervista a tutto campo sull'esaltante esperienza palermitana, (Giornale di Sicilia 22 sett. 2011). Sono parole forti che possono far male. I giovani, infatti, attraversano uno dei periodi più difficili, dopo anni di vacche grasse. Adesso che la situazione è diventata difficile e pesante. La speranza e il desiderio di tantissimi e di altrettanti genitori, coltivata per anni, è ormai inarrivabile. Bisogna farsene una ragione e impegnarsi per cambiare. Per cambiare, prima di tutto, noi stessi. E avviare una nuova stagione fatta di sacrifici e di grande impegno. In Sicilia non c’è una grande classe imprenditoriale. E ciò è un’amara constatazione. Ma tanti siciliani hanno avuto succes­so fuori. Serve quindi un sussulto d’orgoglio che spazzi via l’errata convinzione del tutto già scritto e predeterminato. E quindi immodificabile. Le potenzialità ci sono. L'autono­mia siciliana, per esempio, rappresenta ancora uno strumento di autogoverno importante. Per modificare e compensare le decisioni di uno Stato sempre più avaro e distante. Una burocrazia con un potere enorme e autonomo dalla politica, che, uscendo dall’autoreferenzialità, deve attivare percorsi amministrativi, decisioni veloci e facilmente comprensibili.
E, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni, alle loro giuste rivendicazioni e voglia d’affermazione ci piace ricordare una frase di Luigi Einaudi, 2° Presidente della Repubblica: “…migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.” E allora, viva Zamparini.

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