domenica 12 maggio 2013

CIRCONVALLAZIONE DI PALERMO. LA E90

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di Giangiuseppe Gattuso - Per chi non lo sapesse, la vecchia circonvallazione di Palermo è un pezzo della Strada Europea E90.

Una strada di classe A della dorsale Ovest-Est che si estende, nientemeno, per 6.442 km, da Lisbona in Portogallo fino a Habur inTurchia ai confini con l'Iraq, che spacca in due la città quasi come un muro tra la parte lato mare e tutto il resto verso l’entroterra. Un'arteria che collegando di fatto le due autostrade per Messina e Catania con Palermo, l'Aeroporto internazionale "Falcone e Borsellino" e quello di Trapani "Vincenzo Florio" fino a Mazara del Vallo, rappresenta quanto di peggio possa essere stato concepito, mal realizzato e mai completato in fatto di infrastrutture viarie.

Una provinciale e miope visione delle esigenze urbanistiche di una grande città come Palermo. Costruita negli anni 50 ha subito diversi interventi spesso inadeguati e parziali. Un progetto di riqualificazione aveva previsto una sopraelevata per trasferirvi il traffico di attraversamento a favore di quello a raso cittadino. Quasi tutti gli enormi pilastri di sostegno sono ancora in bell’evidenza al centro delle due carreggiate. Una sentenza del TAR di Cagliari, Sindaco Orlando, per un ricorso dei Verdi sull'impatto ambientale, bloccò i lavori. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

La classe politica, ovviamente, non ebbe il coraggio di imporsi, di individuare altre soluzioni, di chiamare a raccolta urbanisti, esperti di fama internazionale. Niente. La città ringrazia. Ma ancora peggio, alcune delle opere previste, non sono ancora oggi realizzate. Il Sottopasso di via Perpignano, il raddoppio del ponte Corleone sul fiume Oreto, lo svincolo di via Oreto. Altre, invece, hanno visto la luce negli ultimi anni. Per il Sottopasso di via Leonardo da Vinci, vennero installati pannelli luminosi che scandivano i giorni mancanti all'apertura, come per il lancio della navetta spaziale.

La realizzazione del Sottopasso di via Pitrè vide mobilitato addirittura l'esercito! L'illuminazione, per lunghi tratti e per tantissimi anni, è stata assente. E poi i passaggi pedonali, una trappola mortale quelli a raso, una vergogna quelli sotterranei lasciati spesso nel totale abbandono. Adesso, ma Sovrappassosolo adesso, si stanno realizzando, grazie ai lavori per il tram, i passaggi pedonali sospesi. Dei tre previsti ne sono stati realizzati due: quello all’altezza di Villa Maria Eleonora è funzionante. L’altro, nei pressi di Via Uditore, è stato completato da alcuni mesi ma, incredibile ma vero, non viene aperto perché il Comune non ha personale adatto per far funzionare l’ascensore. Un fatto così grave, e ridicolo nello stesso tempo, che un sindaco dovrebbe fare di tutto per risolverlo immediatamente. Con ogni mezzo.

Le soluzioni più recenti hanno riguardato l'eliminazione degli gli incroci di via Oreto e via Perpignano, semplicemente sbarrandoli all'attraversamento veicolare. Un accorgimento che ha acuito il problema del collegamento della città a valle con quella a monte verso l'entroterra e i comuni della provincia. I ponti su Corso Calatafimi e su via Pitrè (definiti dei sette nani) risultano da sempre inadeguati. L'incrocio di via Leonardo da Vinci nonostante il sottopasso non riesce a reggere l'impatto del traffico che si sposta verso le aree di grande espansione urbanistica e viceversa e così quello su viale Lazio. Insomma un’arteria viaria che rende questa città un paesone da terzo mondo, una metropoli senza respiro, chiusa in se stessa, senza una visione per il futuro.

I nostri Amministratori, Sindaco in testa, potrebbero andare poco lontano, a Catania, per rendersi conto di cosa hanno realizzato, e magari prendere esempio. Tangenziali per ogni destinazione e sistemi viari che, al confronto, mortificano la capitale.

Da Palazzo delle Aquile nessun segnale arriva alle nostre orecchie.

Giangiuseppe Gattuso
12 maggio 2013

3 commenti:

  1. "Ho attraversato un ponte, ma non c'era nessun ponte" declamava il grande Modigliani al cafè des artistes.
    Ogni volta che debbo attraversare viale della Regione, e mi capita spesso abitando in via Poliziano, mi vengono in mente queste parole.
    Il ponte, il monumento è lì, chiuso con catenaccio, in attesa di deteriorarsi, come tutto a Palermo.
    Intanto il sindaco, che lo sa fare, va in giro a farsi riprendere: inaugurazioni, day pray, boa rosa al collo, 25 aprile, partigiano d'Italia pure lui.
    Caccia via gli ambulanti da piazza Magione, chiude caffè, e lascia il traffico al libero inquinamento.
    Ci vorrebbe una telecamera 24 ore su 24, per filmare gli attraversamenti a rischio di gente che corre dal qua al là del viale in questione.
    Donne di una certa età, al volo, civettuole tardone alla ricerca di un soffio di gioventù, vecchi con o senza bastone, braccio eretto a stop, sperando di non essere travolti, rischio infarto, mamme con carrozzine e pupo dentro che fanno la gincana.
    E lui, lì che aspetta di essere inaugurato, sacro monumento di una città governata da un sinnacu che migliora sempre di più: in stazza.

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  2. Caro direttore, mi hai messo a conoscenza di una cosa che non sapevo, e cioè che la vecchia circonvallazione è un pezzo di strada Europea. Una strada di classe A. E nel descriverla hai delineato bene le tante inefficienze.
    Purtroppo ci ritroviamo a parlare, sempre delle tante cose che in questa città non vanno bene, per colpa soprattutto della mala politica e delle amministrazioni che lavorano in modo scorretto.
    Abbiamo una strada di classe A che attraversa la città, e non si riesce a migliorare la viabilità, avevamo anche la squadra in serie A, ma anche questo forse era un lusso.
    Abbiamo il Palasport che potrebbe essere utilizzato per accogliere tanti sport e concerti, ma è totalmente distrutto. Esiste tra piazza Cappuccini e via Pindemonte una ex fabbrica, che potrebbe diventare un polo culturale, un centro congressi, interamente ristrutturata un ventennio fa, mai utilizzata, oggi è nel degrado più totale.
    Allora come dici bene tu, Palermo è un paesone da terzo mondo.
    Lo storico siciliano Francesco Renda scomparso il 12 maggio scorso, in una intervista rilasciata qualche tempo fa ebbe a dire che qualunque riforma si faccia non otterrà nessun risultato se l’uomo non è disposto a cambiare il proprio comportamento.
    Solo cambiando modo di fare, forse, questa città potrà diventare città d’Europa.

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  3. Io dico soltanto che i Verdi sono la rovina dell'Italia. Intellettualmente parlando sono dei pezzenti morti di fame che rompono i co...oni continuamente e impediscono la realizzazione di qualsiasi cosa che abbia odore di progresso, di civiltà, di vivibilità. E' gente medievale e talebana, che si esalta e realizza quando riesce a far fallire qualsiasi opera di ammodernamento messa in atto dallo stato. I Verdi dovrebbero essere condannati all'esilio coatto nel Burkina Faso, nella Tanzania, nel Bangladesh e nel Darfour, pechrè quelli (senza offesa per questi stati che faticosamente cercano di sopravvivere) sono i posti che loro convengono.

    Ora mi domando e dico, chi ha dato loro questo potere di interdizione che paralizza le attività e in definitiva impedisce una vita qualitativamente migliore a tutti quei cittadini che ogni giorno si trovano immersi in un trffico da girone dantesco perchè i Verdi non vogliono la sopraelevata?
    Credo che la politica debba fare il mea culpa, per aver permesso ad una formazione politica del menga, che ha navigato sempre sotto il 5 per cento e che fortunatamente adesso è fuori dal parlamento, di fare il bello e il cattivo tempo sulla realizzazioni di opere grandi ma anche piccole tendenti a modernizzare il paese rendendolo più funzionale e più vivibile.
    Domanda da un miliardo di euro: fanno più schifo i Verdi o la Politica che ha dato loro questo nefasto potere?

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