sabato 23 marzo 2013

È TROPPO TARDI PER DIFENDERE LE PROVINCE

Giovanni Avantidi Giangiuseppe Gattuso - “Un vero scempio istituzionale in nome di una falsa spending review. Presenteremo una memoria al Commissario dello Stato contro una legge truffa e incostituzionale ispirata solo da motivazioni populistiche e demagogiche.

Le Province sono diventate lo scalpo da gettare in pasto all’opinione pubblica, una sorta di finta panacea contro i mali della pubblica amministrazione, con l’unico obiettivo di distogliere l’attenzione dai veri sprechi e costi della politica e della gestione dell’elefantiaco apparato della Regione Siciliana e dei suoi 206 enti collegati che costano da soli quasi 29 milioni di euro all’anno. Una legge che non è supportata da alcun ragionamento di carattere tecnico-amministrativo, organizzativo e finanziario, malgrado i numeri sbandierati ogni giorno a casaccio dal Presidente Crocetta…”. (Giovanni Avanti, Presidente della Provincia Regionale di Palermo).

Una presa di posizione molto forte, una condanna senza appelli, una difesa accorata dell’istituzione Provincia. Un appello contro il “duro colpo alla democrazia” che la legge, approvata definitivamente mercoledì 20 marzo 2013 dall’ARS, con un voto a larghissima maggioranza, infliggerebbe alle prerogative dei cittadini non potendo più eleggere direttamente gli amministratori dei nuovi consorzi in sostituzione delle province regionali. Che, tra l’altro, sono esse stesse consorzi di comuni, con un nome diverso, vedi la legge regionale n. 9 del 1986. Una ottima legge mai attuata completamente da mamma Regione.

Ma il problema è un altro. E le argomentazioni sulla legittimità costituzionale della legge testé approvata, frutto della fretta e della fortissima spinta mediatica, hanno, riteniamo, scarse possibilità di accoglimento. Sia per le ragioni legate alle attese dell’opinione pubblica per i risparmi tanto sbandierati (giustificate o meno poco importa), sia per la pressione politica forte, e sia per il fatto che, comunque, l’ARS è intervenuta su una materia di competenza regionale (Art. 15 dello Statuto). Ma su questo non ci sentiamo di avere certezze perché la scure del Commissario dello Stato è sempre pronta a colpire.

La volontà di abolizione delle provincie viene da lontano. E molte forze politiche a livello nazionale, comprese quelle che in Sicilia hanno votato contro, hanno nei loro programmi proprio questo punto. E tralasciamo l’iniziativa a metà del Governo Monti, per carità di patria.

In Sicilia, invece, la questione era entrata nel dibattito politico già da qualche anno. L’allora Presidente Lombardo ne aveva fatto un suo personale cavallo di battaglia, nonostante fosse stato per lungo tempo, e con soddisfazione, presidente della provincia di Catania.

Ma gli stessi amministratori che adesso protestano, quando forse avrebbero potuto ottenere un qualche risultato, in quel periodo, nulla hanno fatto. Mai hanno organizzato dibattiti, convegni, seminari, opere di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, e delle forze politiche regionali. I Consigli Provinciali, i loro Presidenti, i singoli Consiglieri, non hanno alzato barricate a difesa dell’istituzione. E, ancora peggio, i Presidenti eletti direttamente dai cittadini, forti della legittimazione popolare, hanno taciuto. Non hanno avuto la forza e forse la capacità di spiegare come stavano le cose. Non hanno fatto sentire la bontà delle loro ragioni.

Forse, già allora, avevano smarrito la consapevolezza del proprio ruolo. Adesso è tardi. Troppo tardi.

Giangiuseppe-Gattuso  Giangiuseppe Gattuso
  22 marzo 2013

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