sabato 17 agosto 2013

E90. La circonvallazione di Palermo


E 90di Giangiuseppe Gattuso – Non è una barzelletta. E nemmeno una mia invenzione. La circonvallazione di Palermo è un pezzo della E 90.
La Strada Europea E90Una strada di classe ‘A’ della dorsale Ovest-Est che si estende, nientemeno, per 6.442 km, da Lisbona in Portogallo fino a Habur in Turchia ai confini con l'Iraq. Che spacca in due la città quasi come un muro tra la parte lato mare e tutto il resto verso l’entroterra.
Un'arteria che collegando di fatto le due autostrade per Messina e Catania con Palermo, l'Aeroporto internazionale "Falcone e Borsellino" e quello di Trapani "Vincenzo Florio" fino a Mazara del Vallo, rappresenta quanto di peggio possa essere stato concepito, mal realizzato e mai completato in fatto di infrastrutture viarie.
Ma sono le ovvie conseguenze dell’azione politica di una classe dirigente “inadeguata” che ha determinato una inesorabile china nella classifica sulla vivibilità, i servizi e le infrastrutture. Una provinciale e miope visione delle esigenze urbanistiche di una grande città come Palermo.
MAPPA E90Costruita negli anni 50 ha subito diversi interventi spesso inadeguati e parziali. Un progetto di riqualificazione aveva previsto la realizzazione di una sopraelevata per trasferirvi il traffico di attraversamento alleggerendo di molto quello a raso al servizio di quello cittadino. Vennero realizzati buona parte degli enormi pilastri di sostegno che ancora si notano benissimo.
Ma una sentenza del TAR di Cagliari, Sindaco Orlando, per un ricorso dei Verdi sull'impatto ambientale, bloccò i lavori. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno ebbe il coraggio di imporsi, di individuare altre soluzioni, di chiamare a raccolta urbanisti, esperti di fama internazionale. Niente. A quanto pare la sopraelevata era stata una scelta sbagliata. La città ringrazia. Ma ancora peggio, alcune delle opere previste, non sono ancora oggi realizzate.

Ne ricordiamo qualcuna: il Sottopasso di via Perpignano, il raddoppio del ponte Corleone sul fiume Oreto, lo svincolo di via Oreto. Altre, invece, hanno visto la luce negli ultimi anni.e per la loro inaugurazione sono state organizzate cerimonie ridicole invece di chiedere scusa ai cittadini per gli enormi ritardi. Per il Sottopasso di via Leonardo da Vinci, vennero installati grandi pannelli luminosi che scandivano i giorni mancanti all'apertura, come quando viene lanciata la navetta spaziale. Per la realizzazione del Sottopasso di via Pitrè venne mobilitato addirittura l'esercito!.

L'illuminazione, per lunghi tratti e per tantissimi anni, è stata assente. E poi i passaggi pedonali, una trappola mortale quelli a raso, una vergogna quelli sotterranei lasciati spesso nel totale abbandono. Adesso, ma solo adesso, si stanno realizzando, grazie ai lavori per il tram, i passaggi pedonali sospesi! Le ultime soluzioni, ancora, riguardano l'eliminazione degli gli incroci di via Oreto e via Perpignano, semplicemente sbarrandoli all'attraversamento veicolare. Insomma un disastro incredibile.

E poi il problema del collegamento della città a valle con quella a monte verso l'entroterra e i comuni della provincia a cominciare da Monreale. I ponti su Corso Calatafimi e su via Pitrè risultano da sempre inadeguati (li chiamano i ponti dei sette nani), l'incrocio di via Leonardo da Vinci nonostante il sottopasso non riesce a reggere l'impatto del traffico che si sposta verso le aree di grande espansione urbanistica e viceversa e così quello su viale Lazio. Per non parlare dell'uscita di via Belgio. Chissà cosa pensavano i progettisti quando l'hanno concepita.

Ma basterebbe andare poco lontano, a Catania, per rendersi conto di cosa hanno realizzato in termini di viabilità e di tangenziali. A volte copiare fa bene. Se ci si mette impegno si può anche fare meglio.
Giangiuseppe Gattuso
17 agosto 2013

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