lunedì 25 marzo 2013

PALERMO SILENTE. MEDELLIN CITTÀ INNOVATIVA

Medellin-funivia-cittadinadi Giangiuseppe Gattuso - Capita di leggere notizie di ogni tipo. La tecnologia e la libertà d’accesso all'informazione consentono una visione dei fatti sempre più vasta. L’orizzonte si è allargato a dismisura.

Ci si sofferma su ciò che in un dato momento fa scattare l’attenzione e ci spinge al confronto. Tantissime notizie, invece, ci passano davanti invisibili. Ma non è questo il caso.

Medellin, una città della Colombia, famosa negli anni ottanta per essere la più violenta del mondo e per il traffico di droga (Il cartello di Medellín fu una vasta organizzazione di narcotrafficanti), è stata premiata come città più innovativa della terra. Un merito che ha lasciato alle spalle città come New York e Tel Aviv. La notizia era su La Stampa.it del 5 marzo 2013. Un breve video a corredo mostrava scale mobili, metropolitana, funivia cittadina.
È stata scelta da un elenco di 200 città. Le motivazioni: il moderno sistema di trasporto pubblico, le politiche ambientali e la rete di musei, scuole, biblioteche e centri culturali. Una grande soddisfazione per Anibal Gaviria, sindaco di Medellin: “Il premio è motivo di gioia per aver trasformato un nome associato al traffico di droga in uno legato all'innovazione.  Innovazione significa investimenti e occupazione”. E quindi sviluppo e crescita sociale e culturale.
E che c’entra Palermo? Infatti non c’entra nulla. Ma mentre leggevo, immaginavo Palermo, con il suo mare, i suoi monumenti, la sua storia, il passato di sangue che, speriamo, avere lasciato per sempre alle spalle. L’ho pensata, florida, bella, pulita, aperta e illuminata, dopo decenni di buio. E ho fatto il paragone. Lo so, forse ho voluto esagerare, la mia fantasia è andata oltre e forse ho voluto dimenticare per un momento la realtà. Cruda, pesante, difficile. Con un presente e un futuro incerto. Pieno di incognite, attraversato da troppe difficoltà. Con una eredità di decenni di cattiva amministrazione, evidenti connivenze, sottocultura, e mancanza di visione e di speranza.
Monte Pellegrino PalermoMa ve l’immaginate la funivia per monte Pellegrino, e poi da li a Mondello? E una via che attraversa la città senza spaccarla in due per collegare le due autostrade? E un sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti moderno ed efficiente. Come funziona, da sempre, in tante altre città. Senza la preoccupazione del percolato di Bellolampo, la paura per le vasche stracolme e con la raccolta differenziata casa per casa?
E, ancora, i centri culturali, i teatri, le esposizioni internazionali, i dibattiti politici. E i turisti a frotte da tutte le parti? E che ve ne pare del Palazzetto dello Sport: una vicenda che si trascina dalla primavera del 2008 (!), quando il vento di un temporale lo scoperchiò parzialmente e reso fuori uso. Il comune, allora, quantificò la spesa per il ripristino in circa 300.000 euro. Sono passati cinque anni. La spesa è decuplicata. L’impianto, molto bello e funzionale, è ancora inutilizzato e abbandonato.
E vogliamo parlare dei lavori pubblici? Si sa quando iniziano non si sa mai quando finiscono. Come i ponti sul fiume Oreto, i rifacimenti e le bretelle laterali sulla circonvallazione (
un’opera progettata male, realizzata peggio, rimasta incompleta), e le passerelle sospese pedonali: ne sono sorte due, una è operativa, un’altra è completata da tempo. Ma non si può utilizzare perché non si sa chi deve occuparsi degli ascensori. Un problema molto complesso… difficile da risolvere.
Altro che Medellin e premio per l’innovazione. Ma non voglio infierire troppo. Non gioisco per l’inadeguatezza di chi ci ha governato nel passato e per chi si affanna adesso per riprendere le fila. Anzi. Semmai mi rattristo e mi preoccupo per la vivibilità, per la decadenza culturale, per le occasioni perdute di questa nostra Palermo. Per ciò che lasceremo in eredità ai nostri ragazzi, che non hanno colpe. Ma adesso tocca a loro. A loro che hanno la forza e la rabbia per cambiare. Sono loro che dovranno ritrovare la via. Per far risplendere questa città, per farne, chissà, una Medellin mediterranea.

Giangiuseppe-Gattuso  Giangiuseppe Gattuso
  25 marzo 2013

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