giovedì 4 ottobre 2012

RISCHIO COMMISSARIAMENTO TECNICO PERPETUO

Ettore-VolpeNelle ultime settimane, sembra delinearsi con chiarezza la strada che porterà l'anno prossimo ad una riproposizione del governo Monti. La ragione fondamentale dell'immeritata popolarità, è certamente da rinvenire nell’impietoso paragone tra la preparazione e la sobrietà dei tecnici
rispetto alla tristezza e allo scempio che continua ad offrirci il panorama politico italiano tradizionale.
Io ritengo tuttavia che la ricetta Monti non sia quella giusta per rilanciare il paese, né in senso economico, né in nessun altro senso. I dati sono chiari, la responsabilità non è ovviamente riconducibile in larga misura al governo attuale, ma la disoccupazione in Italia è al massimo storico e non smette di crescere, le aziende chiudono a ritmo serrato, sia le medie che le piccole, i servizi offerti dagli enti pubblici sono al minimo, le retribuzioni calano mentre i prezzi continuano a salire.
La ricetta Monti è, e continuerà ad essere anche nella prossima legislatura, quella della compressione dei diritti, della precarizzazione, del taglio dei servizi pubblici, del dissesto ambientale, etc..., proprio perché è questo che dai tecnici ci si aspetta. L'Italia è infatti un'azienda piena di debiti, ed il ruolo di questo Governo è principalmente quello di assicurare la solvibilità dell'Italia e le entrate a questi creditori, che in buona parte sono gli stessi che questa crisi l'hanno causata e che hanno indirettamente o direttamente chiesto e ricevuto aiuti pubblici per finanziarsi, ricapitalizzarsi ed evitare la bancarotta.
La classe politica tutta è incapace di creare o anche solo cercare alternative a questo sistema. Non commento la situazione del Pdl poiché non si tratta di un vero partito, ma di una accozzaglia di comparse ai piedi di un gangster-ciarlatano, incapace di offrire un qualsivoglia spunto politico. L'Udc ha abbracciato pienamente il progetto monti, cercando di cavalcarne l'onda, e non offrendo nulla di più che tale sbandierato appoggio. Il Pd è combattuto tra una linea filomontiana e la ricerca di qualcosa di vagamente alternativo ma molto mal delineato, nonché difficile da attuare se l'Udc, come credo si mostrerà disponibile solo ad un sostegno ad un governo monti bis; purtroppo il Pd è l'unico vero "partito" italiano, e solo per mancanza di concorrenti rimane il più forte, ed in ogni caso si pone in continuità assoluta con l'esperienza politica (fallimentare) degli ultimi anni.
A sinistra del Pd, troviamo Sel, Fds, Verdi e Idv, che sembrano tanti nani intenti a coltivare il proprio orticello, blando ma redditizio (per loro); hanno posizioni sostanzialmente identiche, tuttavia sono allegramente divisi, perdenti e scontenti, pronti a parlare e giudicare da un immaginario pulpito, pur non volendo fare alcuno sforzo per offrire un'alternativa di voto concreta. Eppure, se fossero uniti in un progetto comune avrebbero praterie di voti da pescare, poiché una buona fetta di italiani non è rimasta estasiata da Monti, e si è resa consapevole della necessità di un'alternativa reale e radicale per far fronte ad una crisi che. lungi dall'essere congiunturale, è invece strutturale e sistemica.
In tale prateria pesca il Movimento 5 Stelle, che ha un problema di democrazia interna grande quanto una casa, che sbiadisce su base locale grazie alla reale partecipazione ed impegno dei tanti aderenti, ma che appare invece di difficile soluzione a livello nazionale, dove lo spunto programmatico necessita di una maggiore ampiezza e possibilità di confronto. Nonostante tutto i grillini hanno già doppiato i voti dei decrepiti Di Pietro & c., ed a loro differenza possono già vantare una identità ed una strategia meglio delineate, seppur discutibili.
Mi sono dilungato, ma concludo dicendo che questa classe politica (tutta), non è in grado di offrire un bel nulla di innovativo, è destinata a sprofondare nella sua incapacità, ed il rischio è grande: se infatti non prende coscienza del dovere di farsi da parte, lasciando l'iniziativa alla società civile, ed a nuove generazioni di politici, (giovani o vecchi, ma comunque non invischiati nel disastroso ventennio trascorso), potrebbe definitivamente portare con se il declino delle istituzioni democratiche come storicamente concepite... ed in sostanza l'imposizione di un commissariamento tecnico perpetuo.
ETTORE VOLPE
04 ottobre 2012




3 commenti:

  1. Avendo visto le prodezze dei predoni della cassa comune, ormai siamo rassegnati a scegliere il meno peggio o a capovolgere il tavolo in cerca di soluzioni radicali. Certamente in questo marasma e dopo 20 anni di attività pedagogica berlusconiana(la vera antipolitica), continuazione spudorata della milano da bere. Le maglie larghe delle istituzioni hanno consentito ai vari fiorito, bossi, minetti di spargere aceto nelle piaghe. Con tutta onestà se non ci fosse stato Monti e Napolitano oggi saremmo a rischio democrazia. CMQ un ritorno ad uno stato centralista oggi non sarebbe proprio un male. L'abolizione delle provincie e regioni bloccherebbe il dissanguamento e la spoliazione delle nostre famiglie. Perchè ormai di questo si tratta. Ci manca solo la tassa sul macinato per completare l'opera. Andiamo a votare in sicilia senza speranza di cambiamenti. 90 parassiti(a proposito nella cabala 90 fa spavento) che ci faranno marameo e continueranno a fare la bella vita ed a sperperare le nostre risorse. Perciò il governo tecnico in questo momento è il meno peggio, fino a quando non arriverà l'angelo vendicatore per punire le nefandezze della banda bassotti. Tutti questi scandali è grasso che cola per cinquestelle. P.S. il PD è ormai l'unico partito democratico rimasto sulla piazza e le primarie con tutti i suoi difetti lo dimostrano. Però Bersani e company dovrebbero riflettere su tutte le perle combinate: riforma del titolo V della costituzione, federalismo straccione e ladrone, mancato conflitto di interessi, partecipazione alla divisione della torta, senza un sussulto di ribellione della sua classe dirigente. Però se paragonati al partito padronale e di plastica, onesti uomini di apparato come Bersani e Napolitano sembrano grandi uomini di stato. In questo letamaio persino Andreotti (nonostante il bacio) farebbe la sua figura. Complimenti per l'articolo.

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  2. Complimenti una bella analisi, quello che manca, secondo me, è il pensiero finale del giovane Volpe (cosa che mi interesserebbe moltissimo).
    Qual'è il Suo punto di vista e quali sono i suggerimenti sostanziali da dare ai candidati. Candidati che magari non li leggeranno ma che noi di Politica Prima potremmo commentare e sviluppare.

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    1. innanzitutto grazie per la domanda ed i complimenti.
      Più che ai candidati, la mia riflessione era rivolta alle forze politiche. Purtroppo il loro scollamento dalla realtà attuale ha raggiunto livelli mai visti, tanto da sfociare in questa figura tecnica, diversa dalle precedenti, vista quasi come un qualcosa di taumaturgico, di scientifico, di medico. Ebbene, in realtà di scientifico, nella dottrina economico-finanziaria oggi dominante c'è ben poco, sebbene negli ultimi decenni si sia cercato di affermare il contrario. Le forze politiche, in questo contesto drammatico dettato dalla crisi economica e dal loro fallimento, dovrebbero tentare una riorganizzazione che superi il ventennio appena trascorso, e faccia un passo avantio anche rispetto alle schematiche ideologiche della prima repubblica (che pur non sono da cancellare in toto). In questa fase, a me semvbra che i partiti presentabili di centro destra, Udc e Fli, e le rappresentanze di ciò che rimane della grande industria italiana (della valle, montezemolo, marcegaglia) convergono ampiamente nel progetto di rilancio Monti, a mio parere sbagliando. La costruzione di una forza politica unitaria di questo genere potrebbe rappresentare in modo politico questa tendenza, questa ideologia, che tutto a tranne che di scientifico, riportandola nella dialettica delle prospettazioni ipotetiche. La mia critica principale però era rivolta all'area che sta alla sinistra del Pd, della quale io mi sento un potenziale ellettore: orbene c'è una fascia di popolazion in Italia ed in europa che comincia a prendere coscienza che da quuesta crisi sistemica, non solo economica, ma anche sociale, morale e politica, non si possa uscire se non si mettono in discussione i cardini della società neoliberista. In particolare, non si può a mio parere prescindere da una discussione che verta sull'eccessivo e sempre più invasivo ruolo rappresentato dal sistema finanziario, che ha ormai da tempo abbandonato la sua primaria funzione di sostegno all'economia reale, per concentrarsi unicamente nella creazione e moltiplicazione di valori e ricchezze (fittizzie) per i grandi investitori. Ma non si tratta solo di questo. Io penso che in italia ci sia bisogno di una forza di sinistra moderna, che ponga al centro della sua prospettazione i temi della redistribuziine delle ricchezze, della decrescita o della crescita sostenibile, della conservazione delle biodiversità e dell'ecosisteme, della lotta alla povertà, etc. I vari Vendola, Di Pietro, Ferrero, dovrebbero sciogliere questi inutili baronati di loro proprietà, abbandonare la falce, il martello e i loro personalismi, ed indire un congresso, che coinvolga sindacati e società civile, per la creazione di un nuovo soggetto politico, movimento o partito, che possa dialogare, alla pari e con contezza, con le forze di centrodestra, col Pd ed anche con il m5s, che di molte di queste battaglie sembra essere ad oggi l'unica testimonianza.
      In sintesi, tuttavia, ritengo che i vari Casini, Di Pietro, Bersani, D'alema, etc, non abbiano più la forma mentis per tentare un salto del genere, poichè drogati da venti e passa anni di protagonismo e di autocompiacimento. Penso che finchè manterranno la scena in pugno non ci sarà la possibilità di un rilancio della politica, e che dunque, portando la stessa politica a fondo con loro, condurranno l'italia alla scelta più sbagliata, quella di affidarsi stabilmente alla medicina ed alla scienza di Monti & co.

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