mercoledì 18 aprile 2012

SONO SEMPRE I PARTITI ILVERO PROBLEMA!

Non si scappa. Giriamola come vogliamo il problema, non cambia. I controlli, le certificazioni, le autocertificazioni e tutto ciò che è materialmente possibile fare prima delle elezioni non è sufficiente.

Ed è pure sbagliato pensarlo e convincersi che questa è la strada giusta per evitare incidenti. Per impedire infiltrazioni mafiose, per scongiurare la presenza di gente disonesta, oltre che incapace.
Come se dovessimo giudicare, nel giro di qualche giorno, a volte di poche ore, e ancora peggio nell’arco di qualche telefonata con amici, amici degli amici, parenti e affini, la storia di uomini e donne destinati a governare la cosa pubblica. A ogni livello istituzionale.
I responsabili e i dirigenti di partito, dovrebbero, con onestà intellettuale, dichiarare come sono compilate le liste. Quali criteri sono applicati, quali verifiche e quali meriti sono presi in esame e da chi. Scopriremmo, ma è evidente, che tutto è nelle mani di pochissimi, fidati, obbedienti esecutori, e la scelta definitiva nella potestà esclusiva del capo, del padrone del vapore.
Non esiste militanza, partecipazione, né, tantomeno, democrazia interna. Insomma nessun sistema garantisce la frequentazione di incontri, di dibattiti; non c’è attività politica, non esiste dialettica non ci sono le palestre per formare una coscienza politica, per crescere, farsi apprezzare e conoscere dagli organi a ciò preposti. Le sezioni, i circoli, le sedi provinciali e regionali dei partiti, non esistono più da anni. O meglio, esistono delle sedi centrali al solo scopo di ospitare i “vertici” i capi e gli esecutori fidati, che tutto decidono.
Del fiume di denaro incassato, nulla è destinato alle sedi periferiche, all’affitto di spazi e mezzi per garantire la “partecipazione”. Ecco perché possono accadere certi incidenti. E per certi versi sarebbe strano il contrario. Il volere delegare ad altri organi, ad altre istituzioni, il controllo preventivo sui candidati è un comodo alibi per non affrontare alla radice la questione.
Si pretenderebbe, in buona sostanza, che la scelta della classe dirigente, dei politici in erba e anche di quelli più cresciuti, venisse effettuata, in regime di supplenza, da chi questi compiti non ha. Il problema, quindi, è nei partiti, nella mancanza di regole interne, nella deriva sempre più personalistica di queste organizzazioni trasformatesi negli anni in macchine mangiasoldi e sistemi per la gestione e il mantenimento del potere.
Altro che art. 49 della Costituzione. Una semplice e breve formulazione Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, per sancire inequivocabilmente i valori della “partecipazione” e della “democrazia”. Valori così spesso colpevolmente disattesi.
È arrivata, dunque, l’ora di cambiare radicalmente. Istituzionalizzare i partiti, farne delle associazioni riconosciute e democratiche, con statuti approvati per legge che fissino i principi fondamentali; le regole e le sanzioni per il loro funzionamento. 
E, tolti di mezzo quelli attuali, tutti o quasi, lasciandoli ognuno ai loro padroni, si potrà procedere, per quelli nuovi che verranno, a regolamentare il loro finanziamento secondo precise norme universali e trasparenti. E tutto questo perché i cittadini possano, piano piano, riavvicinarsi alla Politica e al suo giusto primato.
E facciano presto, molto presto. Non c’è più tempo da perdere.

Sergio Volpe

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