domenica 8 luglio 2012

LE DONNE ANCORA VITTIME DELLA VIOLENZA

Riprendo una notizia letta su Livesicilia che riporto di seguito:
 Il prof. perseguita la moglie: Scatta l'imputazione coatta.
L'insegnante non si era rassegnato all'idea di stare lontano dall'ex moglie. Si è trasformato in uno stalker e per la donna è iniziato un incubo. Il giudice per le indagini preliminari Riccardo Ricciardi ha respinto la richiesta di archiviazione e ha ordinato al pubblico ministero di formulare il capo di imputazione, dando ragione alla donna che si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Maurizio Di Marco. I primi segnali di sofferenza sono datati 2009. La separazione era stata appena decisa. Il professore di una scuola superiore palermitana piombava in casa della donna con la scusa di ritirare qualche effetto personale. Ed invece sarebbe diventato morboso e aggressivo. Al rifiuto di ogni contatto volavano via parole grosse e insulti.
Poi, sono iniziati i pedinamenti e gli appostamenti sotto casa. La vittima è stata costretta a cambiare abitazione, ospite di parenti e amici, pur di non dare punti di riferimento all'ex marito. Che ha continuato la sua snervante azione di disturbo. Fin quando alla vittima non sono crollati i nervi.
“Le condotte persecutorie hanno aggravato la situazione psicologica della donna - spiega l'avvocato Di Marco -, causando un forte disagio della personalità. Lo stato d'ansia ha reso necessari l'assunzione di psicofarmaci e il ricorso alle cure di uno psicologo”.
La conferenza di Ginevra del 25 GIUGNO 2012 - 20° SESSIONE DEL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI è stata premonitrice? “Purtroppo, la maggioranza delle manifestazioni di violenza non sono denunciate perché vivono in una contesto culturale maschilista dove la violenza in casa non è sempre percepita come un crimine; dove le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della violenza; e persiste la percezione che le risposte fornite dallo Stato non sono appropriate e di protezione”.
La notizia che riguarda la città di Palermo, è una conferma di ciò che la conferenza di Ginevra aveva sancito in maniera fredda e tagliente.
Le donne rimangono sole ad affrontare problemi così grandi, da non essere capaci di reagire, l’isolamento che si crea attorno a chi subisce violenza è il vero crimine. Tra l’altro l’estrema lungaggine delle procedure penali e la scarsa sensibilità nell’accertamento dei fatti porta spesso la vittima a vivere nel più totale isolamento, nella vergogna e nel terrore delle ripetute violenze. Violenze, non soltanto materiali, quali le percosse, ma quelle psicologiche con cui lo stolker vessa la propria vittima. Gli ultimi studi di psicologia (2008) dicono che fa parte della personalità dello stolker percepirsi come la “sola vittima” per essere stata umiliata e non accetta la fine di una relazione attuando comportamenti che tendono a giustificarlo socialmente, alternando atteggiamenti remissivi agli occhi della società, ma quando è convinto di non essere visto i suoi comportamenti diventano violenti e rabbiosi.
Nel caso in questione mi domando come mai nelle fase delle indagini gli organi di polizia preposti all’accertamento dei fatti non siano intervenuti tempestivamente e ne abbiano addirittura proposto l’archiviazione.
Soltanto grazie ad un giudice coscienzioso, che ha letto approfonditamente gli atti, la signora perseguitata potrà sperare in un giusto riconoscimento per i torti subiti.
Tra le tante cose che non funzionano per colpe non direttamente attribuibili ai singoli, quale la crisi del sistema dei partiti, la crisi economica, ecc. questo aspetto rappresenta un triste retaggio maschilista che vede la donna ancora oggi considerata come oggetto per cui la violenza non viene percepita come un crimine. L’evoluzione del diritto e della cultura, dovranno eliminare definitivamente questi gravissimi fenomeni. Speriamo presto.

Felice Ajello

Nessun commento:

Posta un commento