martedì 15 maggio 2012

ORLANDO E FERRANDELLI. SINDACO E VICE SINDACO

INSIEME-ORLANDO-FERRANDELLIIeri ho passato una giornata “politicamente soddisfacente”.
Essendone stato informato quasi all’ultimo minuto, mi sono precipitato, cane al guinzaglio, al Giardino Inglese dove, organizzato da “Addio Pizzo”, si svolgeva il dibattito tra i due candidati sindaco arrivati al ballottaggio: il veterano Leoluca Orlando ed il rampante Fabrizio Ferrandelli.

In quella splendida cornice ho assistito ad una celebrazione, ormai non tanto comune, di quella idea di politica che è la stessa che si pone a fondamento della nascita e della esistenza di questo nostro spazio di comunicazione, e cioè di quella idea di “politica” che “prima” di tutto concepisce se stessa come progetto e come proposta di vita.
Ho sentito, nelle parole dei due candidati e nella partecipazione del pubblico, risplendere una nuova speranza per la nostra ultimamente sfortunata esperienza cittadina, ed ho assistito allo sviluppo di concetti politici e sociali quali quello di comunità, solidarietà, ecologia, responsabilità, spazi e bene comune, che ultimamente erano stati dati per dispersi.
In un trionfo del dibattito civile, ho ascoltato i due candidati, ciascuno con il proprio stile e con le proprie differenze, parlare di decentramento e municipalità, di orti di quartiere, di “edificio delle professioni”, di spazi recuperati, di zone pedonali, e di tanti altri progetti concreti che, devo ammetterlo, hanno risvegliato in me l’idea che per questa città un futuro diverso dal grigio presente è ancora possibile.
Quello che più mi ha reso felice è il fatto che tutta la gente presente, candidati, moderatori, e le persone in piedi, ad assistere sotto “pico del sole” di questo bellissimo pomeriggio palermitano, facevano parte di un unico popolo. Quel popolo che, pur nelle sue divisioni (spesso minuscole), affamato di partecipazione, ha scelto di voltare pagina e di porre un punto di discontinuità rispetto alla non politica della clientela e del malaffare.
Devo ammettere che il momento più bello tra tutti, il momento in cui più ho applaudito, è stato quello in cui, spronati da un encomiabile intervistatore, entrambi i contendenti hanno ammesso questa loro appartenenza ad un'unica grande radice comune, ed hanno affermato inequivocabilmente l’impossibilità di fare uscire Palermo dal baratro in cui si trova senza un dialogo che comprenda tutte le grandi e genuine forze che in un modo o nell’altro sono da loro oggi rappresentate.
Il momento suggellato da quella stretta di mano che il “giovane rinnegato” Ferrandelli, vincitore delle primarie, è andato a prendersi dal decano e ribelle sinnacollando.
Per questo motivo, certo che già dal 7 maggio la mia città abbia espresso la propria volontà di riscatto, spero che il ballottaggio cui ci accingiamo ad assistere possa coniugarsi in un momento di “competitiva festa”; ed ancora spero che, consci che la vittoria di uno dei due candidati sindaco non possa tradursi nella esclusione delle realtà che hanno sostenuto l’altro in questa travagliata campagna elettorale, entrambi possano fare uno sforzo per riunire quel popolo oggi diviso, suggellando un patto di governo che garantisca all’uno o all’altro uscito “sconfitto” un ruolo fondamentale nell’amministrazione della nuova primavera palermitana…ad esempio il ruolo di Vicesindaco.
Io ritengo che questo sarebbe un segnale importante; chissà cosa ne pensa il popolo del riscatto palermitano; chissà cosa ne pensano i due candidati; e, più in piccolo ma non per ordine di importanza, chissà cosa ne pensano i frequentatori di PoliticaPrima.
ETTORE-VOLPE
Ettore Volpe

13 maggio 2012

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